Vino e musica, un binomio perfetto raccontato da Guido Tosini, blogger di winehouseblog.it, in questo articolo, che ospitiamo, una carrellata di grandi musicisti che hanno la passione della viticoltura…
Vino e Musica. Drugs don’t work, cantava Richard Ashcroft con i suoi Verve: alla distanza appare più funzionante l’alcol col rock, e non parlo della classica iconografia fatta di stanze d’hotel devastate e backstage distrutti tra fiumi (e fumi) di superalcolici vari. È da un po’ che rock va a braccetto con vino, in un binomio che, complice anche l’interesse crescente per il secondo, sembra aver coinvolto anche band e musicisti vari, alcuni dei quali sono diventati viticoltori veri e propri. Insomma, il passaggio da una vita molto spesso dissoluta e fatta di eccessi a una in cui il massimo della trasgressione è una degustazione comparata di tagli bordolesi pare abbia avuto presa su insospettabili rocker.
Vino e Musica: gli anni del grunge
Chi, come me, è stato giovane negli anni del grunge e dintorni, ricorderà senza dubbio Maynard James Keenan, il mentore della band progressive metal Tool, e della loro costola A Perfect Circle. Le apparizioni ormai rarissime di Keenan in studio e dal vivo hanno una ragione ben precisa: è produttore di vino a tempo pieno in Arizona, la sua cantina si chiama “Caduceus” e le sue etichette sono un inquietante mix di esoterismo e misticismo, che è il suo marchio di fabbrica anche da musicista. Tra uve bordolesi, tempranillo e grenache, trova posto perfino il sangiovese, ma il suo vino cult è il Judith, blend di tempranillo e cabernet sauvignon dedicato alla madre scomparsa dopo una lunga malattia invalidante, madre che ricorre spesso nella produzione musicale di Keenan, a cominciare dalla bellissima canzone omonima con gli A Perfect Circle. Il Judith pare che abbia addirittura battuto, in una degustazione alla cieca, molti vini europei tra cui un Chianti Classico.
A proposito di Chianti, secondo me Sting musicalmente non è più stato lo stesso dopo che sua moglie, Trudie Styler, ha recitato da protagonista in quel capolavoro del cinema che è “Mamba”: probabilmente è stato in quell’occasione che ha pensato di comprarsi una proprietà in Toscana e di fare il produttore di vino: dalla Tenuta il Palagio a Figline Valdarno escono vini come il Message in a Bottle, mix di sangiovese, syrah e merlot, e il Sister Moon, dove il sangiovese è affiancato da merlot e cabernet sauvignon.
Vino e Musica in Italia
Restando in Italia e scendendo in Sicilia, venti ettari di terre vulcaniche sull’Etna costituiscono l’azienda vitivinicola il Cantante, proprietà di Mick Hucknall, leader dei Simply Red. La passione di Hucknall per il nostro paese è nota da tempo, ma è dal 2005 che produce vini etnei di qualità: oltre all’Etna Rosso da nerello mascalese, un Nero D’Avola e Bianco, da uve carricante, grecanico e minnella.
Tornando agli anni ’90, i Primus erano una band che definire alternativa era decisamente poco: con quel mix di metal, funk e indie rock dalle sonorità spiazzanti, hanno inciso parecchio sulla scena musicale di allora. Il leader della band, Les Claypool, rimase folgorato a tal punto da un pinot nero della Russian River Valley, uno dei territori californiani più vocati sito nella contea di Sonoma, che smise di fumare canne e iniziò a bere vino, per sua stessa ammissione. In seguito divenne anche produttore e la sua CC Pachiderm si distingue, oltre che per Pinot nero e un rosé a base grenache, per elefanti viola e ornitorinchi rosa sulle etichette.
Non proprio viticoltori diretti gli AC/DC, che però, tramite un accordo con un grosso produttore australiano, hanno fatto uscire una loro linea che comprende il Sauvignon Hells Bells, lo Chardonnay Thunderstruck e il pezzo da novanta, sia musicale che enologico: Back in Black, Shiraz che proviene direttamente dalla celebre Barossa Valley.
Stessa cosa hanno fatto gli Slayer, per la gioia degli amanti del metal speed, thrash e simili: di certo non rimarranno delusi dal loro rosso californiano a base di cabernet sauvignon. Men che meno dall’etichetta in classico stile Slayer, con sangue e croci rovesciate. Per i più esigenti è disponibile anche una coffin edition, cioè con simpatico astuccio a forma di bara. Ovviamente questo vino, immancabile in ogni cantina che si rispetti, non poteva che essere chiamato Reign in Blood, come il loro album più noto.
Dave Matthews, della Dave Matthews Band, si è fatto produttore nella Central Coast californiana con la cantina The Dreaming Tree, dal nome di una delle loro canzoni più celebri: propone classici regionali come Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot e Zinfandel.
Kiss per Vino e Musica
Figurarsi se potevano mancare come produttori di vino i Kiss, che ormai sono più un marchio che una band, dal merchandising infinito: uno Zinfandel californiano per Simmons e compagni.
Rimanendo in California, i Train, quelli del tormentone di qualche tempo fa Drops of Jupiter, producono da qualche anno con la cantina Save Me San Francisco: naturalmente la loro canzone più famosa è anche un vino, un rosso a base petite sirah.
Torniamo con vino e musica italiani
Tra le glorie nazionali, sicuramente il capofila è Al Bano, che per stile di vita e vicissitudini personali è decisamente più rock di tanti sedicenti rockettari versione 2.0: a Cellino San Marco produce da una vita vini incentrati soprattutto su negroamaro e primitivo; tra le etichette non potevano mancare un Felicità e un Nostalgia (ma senza canaglia).
Gianna Nannini produce vino nei dintorni della sua Siena con l’azienda di famiglia Certosa di Belriguardo: protagonista il sangiovese.
Ma c’è anche Birra e Musica
E qualora non bastasse il vino, anche i birrofili più integralisti sono accontentati: se la Badass di Kid Rock è miseramente fallita, i rocker duri e puri possono sempre contare su un ventaglio di scelte che comprende la Bastard Lager dei Motorhead, la Trooper Ale degli Iron Maiden, la Weizen dei Sepultura, la Destroyer Beer dei Kiss o la Faithfull Ale prodotta per i Pearl Jam in occasione dei 20 anni del loro fulminante capolavoro d’esordio, Ten. Rock on!
Info: http://winehouseblog.it
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