La storia e biografia di Virginia Colombati grande cantante lirica italiana, raccontata da Andrea Zepponi autore del volume sull’artista edito da Marsilio
Oggi parliamo della storia di Virginia Colombati.
Il percorso biografico da me attuato ricostruisce, oltre al tracciato europeo e americano della sua carriera, le peripezie delle sue tournée, la storia dell’oscuramento della vocalità belcantistica e della sua rinascita in tempi a noi vicini grazie alla sopravvivenza di alcuni canali della tradizione orale della didattica belcantista in cui si colloca a buon diritto anche quello della cantante pergolese la quale insegnò in terra americana, da cui provennero le voci che sorprendentemente attuarono la suddetta rinascita, in un primo tempo grazie a interpreti femminili, e, successivamente, anche tramite interpreti maschili come appunto Bruce Brewer.
Spero con questo mio lavoro di aver aggiunto un tassello mancante al quadro di ricostruzione della storia della tradizione interpretativa del belcanto cui si sono già dedicati insigni studiosi e critici tra cui, il grande vociologo Rodolfo Celletti.
La biografia di Virginia Colombati

Virginia Maddalena Cecilia Colombati (Pergola 1863 – Pergola 1956) fu una cantante lirica italiana nata da una famiglia di musicisti originari di Cortona stabilitasi nelle Marche nei primi anni del secolo XIX. Il padre, Pompeo Giulio Colombati (Sant’Elpidio a Mare 1835- Pergola 1916), anch’egli cantante, compositore maestro di cappella, allievo del grande tenore belcantista Giovanni Battista Rubini, la avviò al canto lirico seguendo la tecnica del belcanto rossiniano.
Virginia Colombati fu una delle cantanti liriche italiane più internazionali di ogni tempo e solo un destino comune a molti altri artisti del teatro lirico le impedì di avere una degna risonanza postuma, non tuttavia fino al punto di non lasciare una traccia notevole nelle testimonianze giornalistiche e nelle recensioni del tempo che la seguirono fin dal suo debutto nell’ottobre del 1886 nell’opera Lalla Rouck di Félicien David al Teatro Politeama di Genova al suo ultimo concerto documentato del 17 luglio 1918 a San Antonio in Texas in onore dei soldati italiani della Grande Guerra. Virginia Colombati dimostrò di avere una vocalità molto versatile fin dai primordi della sua carriera quando a Genova, al suo debutto, accettò di cantare anche il ruolo di Azucena nel Trovatore verdiano. Seguendo le offerte di lavoro in un primo tempo dell’agenzia internazionale di Enrico Carozzi, con sede a Milano, poi unitasi a diverse compagnie d’opera che circolavano, si esibì in tutta Europa, toccando Il Cairo e Alessandria d’Egitto, quindi, nella seconda parte della sua carriera, in America dove si dedicò in gran parte al canto cameristico e all’insegnamento del canto lirico. La grande cantate italo-americana Josephine Lucchese (1893- 1974) denominata “American Nightingale,” fu la sua allieva più famosa.
Il viaggio in America

Virginia intraprese con il padre un primo viaggio in America nel 1893-1894 quando cantò al Metropolitan nel personaggio di Euridice nell’Orfeo ed Euridice di Gluck e in vari concerti tra New York, Philadelphia e Boston. Il suo profilo vocale viene delineato dai suoi primi successi conseguiti al Regio Teatro Nuovo di Pisa nel ruolo di Casilda del Ruy Blas di Marchetti, in quello di Oscar di Un ballo in maschera nel 1887 e soprattutto al Teatro Rossini di Pesaro dove nel 1888 si esibì nel ruolo di Philine della Mignon di Thomas come soprano di coloratura.
La sua versatilità, anche dal punto di vista espressivo e drammatico, ebbe modo di svilupparsi nel repertorio superstite di belcanto italiano che si trovò a eseguire (Il barbiere di Siviglia di Rossini, Beatrice di Tenda, La sonnambula, Norma –nel ruolo ancora considerato sopranile di Adalgisa – e ne I puritani di Bellini, la Lucia di Lammermoor e la Linda di Chamounix di Donizetti ) e nel repertorio francese (la succitata Mignon di Thomas, Gli ugonotti, l’Ebrea, Roberto il diavolo e l’Africana di Meyerbeer).
Le tappe principali della sua carriera artistica
Le tappe principali della sua storia artistica, costellata di successi e di elogi da parte della stampa contemporanea come l’Asmodeo, l’Amarazuntifass, la Gazzetta Musicale di Milano, il Cosmorama Pittorico in Italia e, all’estero, il The Musical World di Londra, il The Sun e il The New York Times per citarne solo alcuni, sono le seguenti: Venezia, Teatro S. Angelo nel 1888 ( Il cameriere astuto, Il muratore di Napoli, Pipelé, Le educande di Sorrento, Papà Martin, Il barbiere di Siviglia), Corfù al Teatro San Giacomo nel 1889, al Covent Garden di Londra nel 1890 dove cantò nel ruolo di Micaëla della Carmen di Bizet e prese parte a molti concerti interpretando anche brani mozartiani (Der Hölle Rache da Zauberflöte e Batti batti, bel Masetto da Don Giovanni) e un repertorio brillante con l’orchestra diretta dal maestro Luigi Arditi; al Teatro Reale di Malta in due tournée, la prima del 1892-1893 e la seconda fra il 1895 e il 1896 con il suo repertorio italiano e francese aggiungendovi Fra diavolo di Auber nel ruolo di Zerlina, Crispino e la comare dei fratelli Ricci in Annetta, il Faust di Gounod oltre alla Gilda del Rigoletto verdiano che sarà il personaggio da lei più interpretato in tutta la sua carriera; un esempio dell’entusiasmo riscosso dalla Colombati durante le sue esibizioni è il passo di recensione del Portafoglio Maltese dell’8 aprile 1896 in cui si parla di una vera e propria “frenosi colombatica” provocata nel pubblico dalla sua grande abilità nella coloratura espressiva: “I puritani fanatizzarono a rigor di parola, e la Colombati, in essi, fa diventar matti tutti quelli che accorrono ad ascoltarla, anzi se vi assistesse anche il celebre frenologo Prof. Lombroso di Torino, dichiarerebbe il nostro pubblico affetto da una vera Frenosi Colombatica. Nei suoi deliri è più pazzo chi l’ode che lei!! – Il Luna le è degno e simpatico Arturo ed il Vinci ed il Wulmann alla lor volta intontirono nel gran duetto della famosa tromba. […]
Una desideratissima Lucia fu subito messa in scena in omaggio alla diva Colombati e col possente Ceppi dell’Edgardo. In codesto nuovo incontro la Frenosi Colombatica raggiunse il suo apogeo e le allucinazione relative presero proporzioni allarmanti al famoso rondò, in cui alienata era lei ed alienatissimo il pubblico alla scabrosissima cadenza col flauto, dove la voce ed il flebile istrumento sembravano una cosa sola, né più né meno! Crispino (…): fanatismo per Caracciolo, per la Colombati e Wulmann ben coadiuvati Luna, dalla Gadotti, da Viale e da Rugarli. Un Crispino da Scala. Il famoso e popolare terzetto quadrissato. […] Il Barbiere per beneficiata del Caracciolo, trionfo per il rinomato seratante, per la diva Colombati, una Rosina alla Patti e pel Wulmann, un don Basilio alla Maini! – Il Luna ed il Viale inferiori sensibilmente alle loro parti. Ballo in maschera – Fu davvero splendidissimo come dice la Colombati, il delizioso Oscar, ed il signor Ceppi vi intervenne, con pieno plauso degli invitati.”

La sua presenza in tutte le capitali dell’est russo e mediterranee, comprese Atene, Smirme, Il Cairo e Alessandria d’Egitto, segnalata dai giornali con successo e consenso, rivela la realtà della professione del cantante lirico del tempo affiliato alle compagnie di opera itineranti, e ai continui viaggi in piazze della lirica anche molto remote.
Tra queste vi fu per la Colombati persino l’Alexanders Teatern di Helsinki e altri teatri finlandesi dove interpretò molti personaggi cantando ogni giorno per lunghi periodi e sostenendo persino due ruoli diversi nella stessa giornata tra matinée e spettacolo serale.
Pompeo Giulio Colombati
Attorno al 1904, dopo il rientro dall’ennesima tournée massacrante si trovò in piena crisi vocale e dovette rieducare il proprio strumento fonatorio grazie al padre, il suddetto Pompeo Giulio Colombati, già maestro di canto e di coro, che la aiutò a recuperare una squisita vocalità di mezzosoprano.

Con questa ella decise di ritentare la fortuna in America, negli Stati Uniti dove intraprese una fitta attività teatrale con la compagnia della cantante Alice Nielsen (1868-1943) con cui svolse anche parti notevoli nella nuova vocalità: la sua Maddalena nel Rigoletto all’International Theatre di Chicago nel 1907 ebbe i migliori elogi da un critico severo come W.L. Hubbard: “Il Signor Bozzano, che ha cantato la parte di Sparafucile, si è rivelato un basso di ottima classe, chiaro, sicuro e vivace.
L’opportunità di ascoltarlo nel ruolo gli darà più rilievo e lo stesso possiamo dire di Mlle Virginia Colombati, che, nella piccola parte di Maddalena, ha dato un’impressione decisamente favorevole. La sua voce, che ha molte della qualità del contralto, viene utilizzata in modo divino e tutto ciò deriva da un’attenta e preparata formazione.”
Anche la sua Azucena del Trovatore verdiano ebbe il seguente giudizio: “Colombati nel ruolo di Azucena, ha messo tutta se stessa nella recitazione. Lei ha una voce deliziosa, duttile, uniforme ed elegante e al pubblico è piaciuta immensamente.”
Affrontò come mezzosoprano anche i ruoli di Laura nella Gioconda di Ponchielli e di Mamma Lucia nella Cavalleria rusticana di Mascagni. La positività delle recensioni fu una costante della sua carriera, anche dopo l’unico fiasco, quello in cui interpretò per la prima volta il personaggio di Carmen a New York nel 1908 sostituendo all’ultimo momento una cantante indisposta.
Dopo una tournée piuttosto sfortunata nel 1910, non per causa sua ma per cattiva condotta impresariale, in Messico, al Teatro Arbeu della capitale, la Colombati si stabilì con il marito Jesús – alias José – Maria Acugna (1879-1957), pianista e direttore d’orchestra di origine messicana, di diversi anni più giovane di lei, a San Antonio in Texas dove, dopo una notevole serie di concerti in cui ella sostituì la famosa diva Emma Calvé.
Virginia Colombati, il periodo dell’insegnamento
Qui intraprese una intensa attività didattica e, a latere, concertistica che le permise di mantenersi come maestra italiana di canto, ricercatissima, in quanto il mito del canto italiano e del belcanto era sempre in auge nel mondo anglosassone statunitense, e di esibirsi in un repertorio cameristico raffinato e alla moda soprattutto francese, tedesco e inglese senza tralasciare brani operistici di un certo virtuosismo per mezzosoprano.

La conoscenza del francese, dell’inglese e dello spagnolo ebbe un ruolo determinante nelle sue interpretazioni. La sua collaborazione con le accademie musicali di San Antonio, il Tuesday Musical Club e poi il San Antonio Musical Club, costituito dallo stesso Acugna con il quale ella lavorava nella D’Acugna Musical Society, mentre la sua voce veniva definita “dolce e rotonda, specialmente nel registro di mezzo, fa raggiungere divine emozioni”, durò fino al 1918 quando, dopo un ultimo concerto organizzato in onore degli italiani della Grande Guerra, seguì a New York la sua allieva più promettente che diverrà la famosa Josephine Lucchese.
Dal 1919 fino ai primi anni trenta Virginia Colombati, separata dal marito che era rientrato in Messico per seguire la propria carriera musicale, si dedicò all’insegnamento presso il College of Music di New York e presso il suo studio privato al 291 di West 92nd Street della grande città americana. Partecipò a qualche programma radiofonico dove la sua voce risuonò ancora nelle registrazioni in disco che aveva effettuato fin dai primi anni del secolo.
La cantante sulla via del tramonto ritornò attorno al 1935 in Italia dove riceveva ancora allieve straniere che vedevano in lei la depositaria dei segreti del belcanto italiano. Fu probabilmente a Milano, a Roma e poi definitivamente nelle Marche, sua terra natale, prima presso parenti di Loreto, poi quelli di San Benedetto del Tronto e risiedette infine per il periodo più lungo nella sua Pergola dove nel dopoguerra, ottantenne, preparava al pianoforte cantanti e attori improvvisati e dilettanti per gli spettacoli alla buona del teatro locale. Ormai ultranovantenne, senza più alcuna sostanza né sostegno economico, Virginia Colombati si spense presso la casa di accoglienza per anziani di Pergola il 1º dicembre 1956.
A cura di Andrea Zepponi
Il Libro Virginia Colombati maestra di belcanto di Andrea Zepponi
Virginia Colombati maestra di belcanto è il volume di Andrea Zepponi pubblicato da Marsilio Editore, un saggio biografico con uno sfondo musicologico che lo rende molto più accetto e di immediato accesso agli amanti dell’opera, a musicisti, agli studenti e maestri di canto e naturalmente ai musicologi.
Per saperne di più leggi l’intervista ad Andrea Zepponi sul nostro Blog della Musica.
Zepponi, primo contraltista diplomato in Italia (1990), laureatosi in lettere classiche, poi in clavicembalo e tastiere storiche, si dedica alla riscoperta e allo studio di musicisti e cantanti del passato
Info e Contatti
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