The Second Coming è il nuovo album di VISIONOIR, al secolo Alessandro Sicur. Ecco la nostra recensione

Visionoir è il progetto solista di tale Alessandro Sicur, polistrumentista italiano proveniente da Udine. The Second Coming esce per Revalve Records e segue il precedente album del 2017, che usciva invece come autoproduzione, dal titolo “The Waving Flame of Oblivion”. Sinceramente non avevo mai ascoltato questo musicista prima d’ora, ma il fatto che avrei dovuto stilare una recensione per questo album ha attivato in me un po’ di curiosità, e quindi sono andato un po’ a ritroso nel tempo, ascoltando anche qualcosa inerente il passato di Visionoir.
Quello che è chiaro da subito è una progressione sia in sede di composizione che di cura del suono da parte di Alessandro Sicur. Questo nuovo album appare più centrato e professionale rispetto al pur buon predecessore, ma a mio avviso alcune incertezze rimangono. Detto questo, però, sono anche tantissimi gli elementi positivi riscontrabili in “The Second Coming”. Partiamo dagli elementi positivi. Tecnica davvero notevole su ciascuno degli strumenti suonati da Alessandro Sicur.
La triade iniziale formata da “Lost in a Maze, “The Snooping Shadow” e The Vulture Eye” lascia di stucco per tecnica, ispirazione e cura di ogni dettaglio, oltre che per arrangiamenti davvero originali. Come già accennavo, tutto è stato realizzato da Alessandro Sicur, a parte il sassofono, il quale è a cura di Clarissa Durizzotto, ma non è presente in tutti i brani, restando così solo un esperimento davvero apprezzabile e che personalmente ho talmente gradito, al punto che credo fosse stato impiegato in più brani il disco ne avrebbe giovato.
Però c’è anche da dire che la musica contenuta in questo album è già ampollosa e molto ricca di soluzioni, strumenti e chi più ne ha ne metta, e quindi di certo non mancano le sorprese durante questi cinquantadue minuti circa.
Il disco si presenta introspettivo, quasi ermetico, sfaccettato ma alla fine ritorna sempre più o meno allo stesso punto. E qui cominciano le note un po’ negative. Sembra che la sperimentazione, che sconfina spesso in territori vicini a certo avantgarde rock/metal, sia un po’ fine a se stessa e portata avanti dal musicista più per una sorta di egocentrismo, piuttosto che essere messa al servizio delle canzoni.
E’ chiaro che Alessandro Sicur sia un musicista fuori dalla norma ed abbia enormi capacità, ma a volte non occorre inserire tonnellate di effetti e di cambi di tempo per risultare originali. Non riesco ancora a capire dove stia il limite tra sincero estro creativo e volontà di stupire a tutti i costi.
Ci sono canzoni a mio avviso davvero molto belle, come ad esempio la quasi “anticamente elettronica” e strumentale “Horror Vacui”, in cui si erge a protagonista il sassofono, ma ciò che fa riflettere è che le canzoni migliori siano quelle dove Alessandro Sicur si limita un po’ con la sua voce, come anche succede un po’ in “Silent Sea”, che presenta vaghe intuizioni arabeggianti e nella quale il basso distorto si ritaglia un bello spazio.
Prendiamo però un pezzo come “The Second Shadow”. A mio avviso è un brano che si attorciglia continuamente su se stesso, che presenta buone intuizioni, ma alla fine non conclude lascia quasi nulla, e dove la voce di Sicur dipinge vari scenari, forse troppi…Per questi aspetti, sia positivi che negativi, questo album potrebbe rimanere indigesto a molti. Credo che anche qui le possibilità siano un paio.
Ascoltare più e più volte l’album per cercare di entrare in un mondo certamente interessante, ma che sembra essere chiaro solo ad Alessandro Sicur e che, onestamente, ritengo sia un mondo molto complesso e intimo ma comunque meritevole di essere scoperto, oppure consiglio in ogni caso ripetuti ascolti per cercare almeno di interiorizzare l’album e decidere successivamente e con cognizione di causa se tutto ciò fa per voi o meno.
Per adesso direi che per me sono certamente superiori gli aspetti positivi, ma un musicista di questa levatura dovrebbe forse nel prossimo album cercare di prestare più attenzione nello snellire alcuni aspetti e offrire delle semplici e belle canzoni.
A cura di Lorenzo Palma
Ascolta il disco The Second Coming su Spotify
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