INTERVISTA | We-Choir: Coristi distanti ma uniti

Abbiamo intervistato i Maestri Nicola Elias Rigato e Gaetan Nasato Tagnè, fondatori del progetto corale WE-Choir

Salve M° Rigato! Ti ho conosciuto per l’album pianistico Elusion, del 2021. Hai sempre composto parallelamente musica per coro, o è stata una nuova avventura iniziata con We-Choir?

N. Buongiorno! Ad essere sincero, essendo il pianoforte il mio strumento, ho dovuto attendere diversi anni prima di scrivere musica pianistica. Mi sono dedicato prima a musica strumentale di altri generi, solistica, cameristica, orchestrale e sì, sono stato attratto presto dalla musica corale, che mi sembrava avere una portata comunicativa altissima. Proprio per questo, avendo scritto alcuni primi lavori, avevo iniziato a constatare quanto fosse complesso per un compositore emergente sentire poi realizzate le proprie opere. Tanta musica resta purtroppo solo nella testa, pur finendo con tutti i dovuti sforzi sulla carta. Il punto di svolta è stato allargare questo bisogno (il FARE musica, il poterla produrre a tutti gli effetti) ad una cornice più ampia del mio singolo sguardo: quanti altri compositori, come me, tenevano sulle loro scrivanie silenziose opere mai sentite? Così, nel tempo del primo lockdown questa idea si è sposata all’impossibilità dei cori, durante il periodo di distanziamento, di poter fare musica. Da lì è nata l’idea di We-Choir, un coro virtuale internazionale dedicato alla nuova musica contemporanea.

Gaetan Nasato Tagne e Nicola Elias Rigato di We-Choir
Gaetan Nasato Tagne e Nicola Elias Rigato di We-Choir

Come è avvenuto l’incontro con Tagnè? E com’è stata accolta quest’idea del coro a distanza?

N. L’incontro con Gaetan è stato una fortunata coincidenza sulla rete. Qualche amico musicista in comune, qualche messaggio durante gli anni per condividere musica, poi nel lockdown una telefonata che era inizialmente soltanto un desiderio di condividere la nostra stima reciproca. Poi ho lanciato l’idea, quasi per gioco, pensando che Gaetan avrebbe riso. Cosa che ha fatto, per poi accettare la sfida un secondo dopo. Così abbiamo iniziato a pensare al da farsi, e mentre gli facevo capire come avrei risolto la parte tecnica per riuscire a produrre l’impatto corale durante il mixing, lui era già lanciato a raccogliere i primi 10, 20, 30 coristi professionisti a livello europeo. Poi via via, l’idea ha preso una vita sua propria.

Salve M° Nasato Tagnè! Nel documentario su YouTube accenna a dei contrasti poi risolti, tra compositori. Ti va di raccontarceli un po’? Sono sempre interessanti, le discussioni che sorgono lungo il processo creativo.

G. Buongiorno Gilberto, i contrasti accennati riguardano la capacità di vedere un fenomeno musicale da due inquadrature diverse, perciò si necessita di trovare un equilibrio nello scegliere un’angolazione od un’altra prima di procedere al montaggio finale dell’opera; partendo da dettagli più formali – ai cantori forniamo o meno il leggio? – alle vedute più sostanziali come la scelta del repertorio sia virtuale che reale, scelte più audaci o monografiche seguendo il gusto nostro oppure più tradizionali e popolari agevolando anche il pubblico astante: quest’ultima, per esempio, è risultata un’opzione intrapresa e condivisa da entrambi.

Il Maestro Gaetan Nasato Tagne
Il Maestro Gaetan Nasato Tagne

Maestro Nasato Tagnè: come ha fatto a dirigere il We-Choir a distanza? Inviava le sue indicazioni in un video registrato, o avete a un certo punto eseguito insieme? E in questo caso, come avete risolto il problema della latenza con il coro?

G. Seguendo una serie di intuizioni tecniche di Nicola ho diretto in maniera metronomicamente maniacale, includendo le trasformazioni agogiche, senza trascurare l’espressività, pensando di avere le voci in presenza e riprendendomi dallo schermo del computer con la partitura giocoforza non visibile ed alcuni espedienti audio che simulassero una risposta corale; successivamente ho inviato la registrazione della partitura diretta a Nicola il quale, mago della tecnologia audio-video, eseguiva un montaggio con la partitura che scorre in filigrana al video e sincronizzando la traccia midi della composizione da incidere, infine la si inviava in largo anticipo ai colleghi per lo studio e l’incisione delle singole tracce in completa autonomia. A materiali ricevuti iniziava il vero grande lavoro di montaggio.

Quante compositrici e compositori vi hanno contattato finora, per proporvi nuova musica? E con che criterio selezionate?

G. Finora una decina, ma auspichiamo in una crescita della domanda dopo l’esperienza live e la diffusione del documentario relato al progetto; i criteri di selezione sono l’eseguibilità della partitura (dal vivo e/o virtualmente), dunque l’ortografia musicale incide assai, l’interesse destato dal contenuto musicale ed extramusicale inerente, l’espressività emergente oltre che una spontaneità originale nell’esporre l’idea compositiva, sicuramente il gusto personale ed infine la capacità di distinguersi da correnti di scrittura stereotipate.

Il We-Choir in Rotonda a Rovigo
Il We-Choir in Rotonda a Rovigo

Prevedete di eseguire solo musica corale, o anche il coinvolgimento di altri strumenti, come il pianoforte?

N. Siamo aperti ad ogni orizzonte futuribile. Abbiamo in particolare la grossa sfida di sposare l’idea filosofica alla sacrosanta pratica della realizzazione eventi. In questo senso, mantenendo saldo il nostro proposito di fare musica nuova, saremo pronti ad accogliere idee e sinergie con compositori, cantori, festival, adattandoci sempre alle varie forme in cui la musica si sa declinare. Il nostro coro è sempre aperto in particolare alla selezione di nuova musica, e per i compositori interessati è sufficiente mandare i loro lavori ed una breve bio alla nostra email: wechoirproject@gmail.com.

Quanti coristi contate ora e da dove provengono?

All’incirca una cinquantina, provenienti da una decina di nazioni tra cui Germania, Inghilterra, Paesi Bassi, Norvegia, America, ed Italia.

Domanda tecnica: c’è un post nella vostra pagina Facebook, che mostra un passaggio compositivo, mostrato sul circolo delle quinte. Come decidete le “deviazioni” dal percorso armonico canonico che creano quella tensione, per poi risolverla recuperando la strada?

N. Il circolo delle quinte è una mappa entusiasmante che contiene (e nasconde) in se stessa molti saperi pratici sulle connessioni armoniche tra le note. Tutta la nostra storia umana testimonia le nostre deviazioni, il mutare del nostro senso di “bello” e del “buono”, e la ricerca di momenti di fuoriuscita dal conosciuto per tornare a riconoscersi in modo nuovo. La musica lascia aperto il quesito sugli infiniti modi in cui l’equilibrio tra il piacere ed il dolore possano danzare insieme, e l’alternanza di consonanze e dissonanze da senso e sapore al tempo che scorre attraverso la musica. Non c’è quindi una via preferenziale, ma una immersione dentro al conosciuto al punto di allargarlo, capovolgerlo, vederlo da punti di vista sempre nuovi, facendo proprie le nuove relazioni sonore che emergono.

Sono previste nuove esibizioni in futuro per We-Choir?

N&G. Ci stiamo muovendo per questa causa e sono in fermento nuovi progetti e proposte molto allettanti… ma lasciamo nel mistero i dettagli per accrescere la curiosità ed il desiderio di seguirci! Intanto vi auguriamo una buona visione per il documentario che è un riassunto dell’esperienza del nostro primo live di cui andiamo molto fieri. Potete seguirci sui social per restare aggiornati sulle nostre future mosse virtuali e reali.

Grazie del vostro tempo e del racconto del progetto We-Choir!

Guarda il docu-video di We-Choir

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