Non è Natale senza “White Christmas”: storia della mitica canzone di Irving Berlin

Vi capita mai di trovare una playlist di canzoni natalizie senza White Christmas? Impossibile. Oppure un Christmas album di un qualunque artista più o meno famoso senza quella traccia? Inconcepibile. Semplicemente perché White Christmas è la canzone di Natale e quest’anno compie la veneranda età di ottant’anni, ma è sempre arzilla come una ragazzina. Scopriamo la sua storia…

White Christmas, è forse la canzone natalizia di cui sono state incise il maggior numero di cover e, con 50 milioni di copie, è sicuramente il singolo più venduto nella storia della musica. Moltissime le versioni anche in lingua italiana. Nei giorni di Natale è impossibile non sentirne almeno un pezzetto, che sia in radio o in un centro commerciale, è questa la canzone irrinunciabile per creare una tracklist che ci restituisca la calda, morbida atmosfera natalizia. Oggi Blog della Musica vuole raccontarvi la sua storia.

  1. La storia di White Christmas
  2. Irving Berlin, il compositore autodidatta
  3. Il testo originale di White Christmas e la traduzione in italiano in Bianco Natale
  4. White Christmas: significato e considerazioni
  5. Registrazione
  6. Curiosità
  7. Conclusione

La storia di White Christmas

White Christmas, ispirata al Natale e alla neve che cade in quei giorni, è stata scritta da Irving Berlin nel 1940. Esattamente ottant’anni fa. La prima esecuzione pubblica avvenne a Natale 1941, durante il programma The Kraft Music Hall, ma il grande successo arrivò nel 1942, con la voce di Bing Crosby che la cantava nel film La Taverna dell’Allegria.

Il manifesto del film La Taverna dell’Allegria”
Il manifesto del film La Taverna dell’Allegria”

Il brano occupò il primo posto nella classifica dei singoli di Billboard per 10 settimane, poi arrivarono un Oscar e un musical di cui parleremo dopo. Il disco con la versione di Bing Crosby è il più venduto nella storia della musica, anche se va detto che il cantante ha sempre ascritto il motivo del successo alla canzone più che alla sua interpretazione.

Dopo aver scritto White Christmas, Irving Berlin corse in ufficio e disse alla segretaria:

“Prendi la penna, prendi appunti su questa canzone. Ho appena scritto la mia migliore canzone; diavolo, ho appena scritto la migliore canzone che chiunque abbia mai scritto!”

Irving Berlin, il compositore autodidatta di White Christmas

Irving Berlin il compositore di Whtie Christmas
Il compositore Irving Berlin, Fonte: www.irvingberlin.com

In America c’è una canzone che è considerata il secondo inno nazionale dopo The Star-Spangled Banner, è God Bless America di Irving Berlin. Singolare che a scriverla sia stato un russo. Sì, perché Berlin era di origini russe. Nacque, infatti, in Bielorussia nel 1888 ed è stato uno dei più importanti compositori del Novecento, non solo autore di White Christmas, ma anche di molti standard del Great American Songbook.

I suoi genitori, di origini ebraiche, emigrarono negli Stati Uniti quando il piccolo Irving aveva cinque anni e si stabilirono a New York. Purtroppo, la prematura scomparsa del padre costrinse il piccolo Izrail, questo il suo nome in origine, a iniziare a lavorare ancora bambino. Si avvicinò alla musica da autodidatta, ma non imparò mai veramente a suonare il pianoforte né a leggere uno spartito.

Il successo come autore arrivò nel 1911 con la canzone Alexander’s Ragtime Band e in oltre cinquant’anni di carriera compose più di mille canzoni per i migliori spettacoli di Broadway.

Nel 1938, si avvertiva forte il pericolo di una nuova guerra mondiale e Berlin decise di scrivere una canzone di pace, così recuperò un pezzo scritto nel 1918 e mai pubblicato. Il brano era God Bless America. Divenne una delle canzoni patriottiche più amate dagli americani, considerato da tutti come un secondo inno nazionale.

Irving Berlin lavorò molto anche per il cinema. Nel primo film sonoro della storia, Il cantante di jazz del 1927, c’è una sua canzone, Blue Skies.

Le produzioni hollywoodiane di maggior successo furono quelle realizzate per la coppia Fred Astaire e Ginger Rogers, per cui scrisse alcuni dei loro più grandi musical, come Cappello a cilindro, con il capolavoro Cheek to Cheek, candidata all’Oscar, Seguendo la flotta, con l’incantevole Let’s Face the Music and Dance, e Girandola, con Change Partners, altra nomination all’Oscar.

Irving Berlin è morto a New York nel 1989, all’età di 101 anni. La sua nazione gli ha tributato due importanti onorificenze: nel 1954 la Medaglia d’oro del Congresso e nel 1977 la Medaglia Presidenziale della Libertà «Per il contributo dato alla musica e alla cultura degli Stati Uniti d’America».

Irving Berlin non ha un posto nella musica americana. Lui è la musica americana. Jerome Kern (compositore)

Il testo originale di White Christmas

Copertina e prima pagina dello spartito di White Christmas del 1942
Lo spartito musicale di White Christmas del 1942

I’m dreaming of a white Christmas
Just like the ones I used to know
Where the tree tops glisten
And children listen
To hear sleigh bells in the snow

I’m dreaming of a white Christmas
With every Christmas card I write
May your days be merry and bright
And may all
Your Christmases be white

La traduzione in italiano: Bianco Natale

Sto sognando un Bianco Natale
proprio come quello che ricordo
con le cime degli alberi scintillanti
e i bambini che sono in attesa
di udire il suono dei campanelli della slitta che corre sulla neve

Sto sognando un Bianco Natale
in cui ogni cartolina natalizia che io scrivo
ti possa rendere le giornate felici e radiose
e possa far sì
che tutti i tuoi Natale siano immacolati

White Christmas: significato e considerazioni

C’è poco da spiegare sul testo della canzone, molto romantico e sognante. Inoltre, ci sono solo due strofe che si ripetono più volte. Proprio come recita uno dei suoi versi, White Christmas è una tipica cartolina natalizia, con la neve, la slitta, i bambini e il sogno della felicità. Ma bisogna chiedersi se c’è qualcosa che si nasconde dietro la sua trasparente semplicità, qualcosa che potrebbe giustificare il suo enorme e duraturo successo. Il tema musicale accattivante e cantilenante, come una nenia, favorisce la rapida memorizzazione del brano, ma io credo che parte dei suoi ottant’anni di successo sia da ricercare nel desiderio di tutti noi di vivere una vita più semplice. Cos’è la magia del Natale se non il desiderio di sentire il calore delle persone che si amano. Ecco dunque che un testo e un tema musicale semplici diventano il più grande successo di tutti i tempi.

Secondo il critico musicale Stephen Holden “la canzone evoca anche una nostalgia primordiale – un puro desiderio infantile di radici, casa e infanzia – che va ben oltre le immagini di saluto”. Comunque, qualunque sia la veste musicale con cui viene presentata al pubblico, nessuno è immune dal fascino di questa canzone immortale.

La Registrazione

Bing Crosby in copertina del disco White Christmas
La copertina dell’album White Christmas di Bing Crosby

La versione storica di White Christmas è senz’altro quella cantata da Bing Crosby, di cui però ci furono due incisioni. La prima nel 1942, che si danneggiò irreparabilmente a causa del frequente utilizzo, e la seconda nel 1947. Quest’ultima è la versione giunta fino a noi. I produttori, per ricreare la magia della prima incisione, richiamarono negli studi della Decca Records, accanto a Crosby, la stessa orchestra (Trotter Orchestra) e gli stessi coristi (Darby Singers) del 1942. Il risultato fu eccellente e fedele alla prima versione. L’unica modifica fu l’aggiunta di flauti per dare maggiore brillantezza all’introduzione. Il nuovo master è stato poi custodito per bene, essendo sopravvissuto a molti decenni prima dell’avvento del digitale.

La canzone di Irving Berlin, al tempo della prima incisione, rimase prima nella classifica dei singoli di Billboard per ben 11 settimane. Nel 1943 vinse l’Oscar come migliore canzone per il film La taverna dell’allegria, con Fred Astaire e lo stesso Bing Crosby che cantava il brano nella pellicola. Nel 1954 diede il titolo al musical Bianco Natale di Michael Curtiz, sempre con Crosby, Danny Kaye, Rosemary Clooney e Vera-Ellen, che fu il più grande successo cinematografico dell’anno. Nel 1974 le venne assegnato il Grammy Hall of Fame Award. L’album di Natale di Bing Crosby, ovviamente dal titolo White Christmas, è il più venduto della storia, così come il singolo, che con 50 milioni di copie è il più venduto di sempre. Aggiungendo le altre innumerevoli versioni si supera quota 100 milioni di dischi venduti. Cifre oggi irraggiungibili.

Le cover di White Christmas sono pressoché infinite. È veramente impossibile citarle tutte, sarebbe come voler riportare tutti i nomi degli artisti che hanno cantato Yesterday o The girl from Ipanema. Mi limito a ricordare alcuni degli interpreti più importanti: Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Frank Sinatra, Elvis Presley, Dean Martin, Otis Redding, Nat King Cole, Barbra Streisand, Elton John, Michael Bublé, Diana Krall. Molte anche le versioni italiane, con il titolo Bianco Natale e il testo di Filibello (nome d’arte di Filippo Bellobuono), ricordiamo Andrea Bocelli, Zucchero, Adriano Celentano.

Guarda il video tratto dal film La Taverna dell’Allegria (Holiday Inn) del 1942, con Bing Crosby e Marjorie Reynolds

Alcune curiosità su White Christmas

Come già detto, nel 1943 White Christmas vinse l’Oscar alla migliore canzone per il film La taverna dell’allegria. Ma la sera della premiazione avvenne un episodio singolare e unico nella storia del premio: Irving Berlin è stato l’unico presentatore in una serata degli Oscar ad aprire la busta e leggere il proprio nome come vincitore. Quella circostanza fu così imbarazzante che l’Academy cambiò le regole del protocollo già l’anno successivo per evitare che quella situazione si ripresentasse.

Un’altra curiosità è quella che Irving Berlin non imparò mai a suonare il piano in maniera corretta. La singolarità era che usava solo i tasti neri della tastiera, quindi componeva solo in tonalità di Fa#, perché quella scala copre tutti e cinque i tasti neri di un’ottava con l’aggiunta del Si e del Fa, da suonare inevitabilmente su due tasti bianchi. Si fece, dunque, costruire un piano speciale con pedali che gli consentivano di cambiare tonalità usando sempre le stesse posizioni sulla tastiera. C’era poi un assistente che si occupava della trascrizione degli spartiti.

Conclusione

Dopo ottant’anni, trionfano ancora i buoni sentimenti e la dolce melodia di una canzone come White Christmas? È vero, siamo a Natale, siamo tutti più buoni (così si dice), ma il rapporto con questa festa e con le buone maniere sembrerebbe cambiato negli ultimi decenni, per cui viene da chiedersi se le mielose canzoni natalizie abbiano ancora un senso. Evidentemente sì, se facciamo ancora scorpacciate di Jingle Bells, Have Yourself A Merry Little Christmas e Last Christmas.

Forse la gente ha bisogno d’amore più di quanto non si creda.

Michael Bublè e Bing Crosby cantano idealmente insieme White Christmas nello speciale natalizio Home for the Holidays del 2012

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